Terza giornata di lavori, oggi, all’Augustinianum di Roma, del convegno “La santità oggi”, promosso dal Dicastero delle Cause dei Santi, sulla definizione attuale di eroicità delle virtù cristiane. I lavori si chiuderanno domani, 6 ottobre. Il Convegno rappresenta una strategia scelta dal Dicastero delle Cause dei Santi per approfondire i percorsi di attualizzazione e aggiornamento della santità oggi.
Chi e come canonizzare
Il tema, evidentemente suggestivo e complesso nel cambiamento d’epoca, intende individuare “chi e come” canonizzare quei fedeli che hanno una certa fama di santità nel popolo di Dio. Sono chiamati a interloquire esponenti del Dicastero, docenti e studiosi provenienti dal mondo accademico, fino ad illustri esponenti della cultura e dei media.
Il programma del convegno
Dopo l’apertura pomeridiana di due giorni fa, lunedì 3 ottobre, oggi ci si interroga sulla relazione fra la fama di santità e i caratteri specifici della nostra epoca spesso definita “infosfera digitale”. Ogni giornata si articola in una struttura che parte da relazioni e comunicazioni, concludendosi con una tavola rotonda chiamata a riassumere le tematiche proposte con uno sguardo internazionale e in termini di sapiente divulgazione, anche grazie al coordinamento di un giornalista.
Le parole del Cardinal Semeraro
Il Convegno si è aperto e si conclude con gli interventi del Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero. Nel saluto iniziale il card. Semeraro ha parlato deI due temi che si è pensato di mettere a fuoco durante Convegno: «L’eroicità cristiana tra perennità e attualizzazione» e «La Fama di Santità in epoca digitale».
L’eroicità cristiana tra perennità e attualizzazione
Cosa è l’eroicità cristiana richiesta per la santità canonizzabile? Nelle sue «Meditazioni e Preghiere», San John Henry Newman scrive: «È opinione di molti santi che, se noi vogliamo essere perfetti, non dobbiamo fare altro che adempire i nostri doveri quotidiani. Ecco una via breve che porta alla perfezione; breve, non perché sia facile, ma perché tutti la possono seguire». Poche righe dopo, Newman aggiunge: «Se tu mi domandi che cosa devi fare per esser perfetto, io ti risponderò così: non rimanere a letto dopo l’ora fissata per la levata; rivolgi i tuoi primi pensieri a Dio; fa’ una breve visita a Gesù sacramentato; recita devotamente l’Angelus; mangia e bevi per la gloria di Dio; recita bene la corona; sii raccolto; caccia i cattivi pensieri; fa’ con devozione la meditazione della sera; esamina ogni giorno la tua coscienza. Fa’ questo e sarai perfetto».
La Fama di Santità in epoca digitale
L’accertamento di una solida e ben diffusa fama sanctitatis è stato sempre il requisito fondamentale per l’avvio di una Causa di Beatificazione e Canonizzazione. Negli ultimi decenni, però, sembra che questo vaglio previo sia passato in secondo piano: ad esempio, nelle Positiones, la Fama di Santità (o di Martirio o di Offerta della Vita) e la Fama di Segni vengono abitualmente ornai inserite al termine dell’esposizione. Perciò, il 31 maggio 2021 il Dicastero si è preoccupato di trasmettere a tutti i Vescovi una lettera con cui raccomandava di verificare la consistenza e la genuinità di tale Fama, insieme con l’esemplarità e attualità dei Candidati, oltre ad una significativa fama signorum. Il tema è, quindi, attuale, tanto più che l’epoca digitale pone sfide nuove e urgenti
Un’operazione culturale e teologica
Il Simposio vuole rappresentare una vera e propria operazione culturale e teologica per applicare, nell’oggi, alle nuove dinamiche di valutazione e definizione di indicatori innovativi richiesti, criteri e paradigmi profondamente innervati nella tradizione del Dicastero e del dibattito teologico che in essa si deposita. Un appuntamento come questo, ispirato a un equilibrato disegno di rinnovamento degli assunti provenienti dalla tradizione e dalle sue ricchezze culturali, vuole rappresentare dunque una scelta metodologica e programmatica al punto da prospettare già oggi un successivo Convegno, al momento previsto per il 2023.
L’impegno del Dicastero
L’impegno assunto è quello di rendere più evidente il messaggio di un Dicastero proteso a illuminare il lavoro e lo scrutinio quotidiano in tema di santità, ponendolo in vasto confronto con le istanze culturali, teologiche ed ecclesiologiche odierne.
Le parole della prof.ssa Cecilia Costa
Tra gli interventi di oggi al convegno quello della prof.ssa Cecilia Costa, docente di Sociologia dei processi culturali presso l’Università del Studi “Roma Tre” e quello del professor Mario Morcellini, Direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza di Roma. La professoressa Costa, ne corso del suo intervento ha detto: “Se interpretata correttamente nella sua origine agostiniana la frase labellezza salverà il mondo, fatta propria da Dostoevskij, non si riferisce alla forma estetica del bello, come erroneamente spesso viene tradotta, ma alla Grazia, alla sostanza del bene, della verità e dell’amore (Sant’Agostino)”. “I santi – ha concluso Costa – rispondono e corrispondono a questa bellezza, non temendo di andare in contrasto con la logica corrente, e in virtù di questa loro totale dedizione riportano armonia, equilibrio e bontà nel mondo”.
L’intervento del professor Morcellini
Il professor Morcellini ha regalato al pubblico una lunga riflessione sul “paradosso per la modernità e la comunicazione” riguardo alla santità. “Da qualunque angolo di osservazione lo si affronti – ha detto in apertura del proprio intervento – il tema della santità rappresenta il punto più alto di provocazione sia rispetto al senso comune che al cosiddetto Progetto moderno. Riflettere dunque sul trinomio «santità, comunicazione e modernità»,complesso a livello di impostazione concettuale ma di notevole portata euristica, è promettente in termini di più avanzato chiarimento delle criticità che a ben vedere coinvolgono la Chiesa ma anche i conti che gli uomini del nostro tempo fanno con la religione”.