Il 25 gennaio 1959, essendo stato appena eletto, Giovanni XXIII prese di sorpresa la Curia romana annunciando il suo progetto per l’aggiornamento della Chiesa.
“Venerabili fratelli e figli amati. Vi annuncio, certamente tremando con un po’ di emozione, ma allo stesso tempo con umile determinazione, il nome e la proposta di una doppia celebrazione: di un sinodo diocesano per la città e di un concilio ecumenico per la Chiesa universale”.
Un annuncio a sorpresa
Fu con queste parole – accolti con silenzio stordito dai 17 cardinali presenti nella sala capitolari della basilica di San Paolo fuori dalle mura – che Papa Giovanni XXIII ha annunciato il suo piano per aprire il Concilio Vaticano II. È stato un bello shock: non un solo cardinale ha applaudito.
Nella festa della conversione di S. Paolo, 25 gennaio 1959, il Pontefice andò alla basilica di San Paolo fuori le mura per partecipare alla conclusione dell’ottava della preghiera per l’unità cristiana. Partecipò poi alla Messa, celebrata dall’abate dell’abbazia benedettina adiacente alla basilica, prima di unirsi ai 17 cardinali presenti.
Dopo aver ascoltato una presentazione sulla situazione della diocesi di Roma del cardinale vicario Clemente Micara, il Pontefice, eletto appena tre mesi prima, ha poi pronunciato il suo discorso ai capi delle congregazioni della Curia romana.
Affermando la sua “doppia responsabilità come vescovo di Roma e pastore della Chiesa universale”, ha espresso il desiderio di una “corrispondenza chiara e definita del nuovo pontificato con i bisogni spirituali dell’ora presente”.
Tempi che cambiano e nuove sfide
In quegli anni, quando l’Italia e l’Occidente stavano vivendo un boom economico e la nascita della società dei consumi, il Pontefice si lamentava di vedere l’uomo moderno rivolto “interamente alla ricerca dei cosiddetti beni terreni”, che sono esaltati dal “progresso della tecnologia moderna”.
Questi sviluppi, ha sostenuto il successore di Pietro, fanno “grave danno” a ciò che aveva costituito “la forza di resistenza della Chiesa e dei suoi figli” di fronte ai rischi di “divisioni fatali e disastrose”, “decadenza spirituale e morale” e “la rovina delle nazioni”.
Con questo in mente, ha invitato i fedeli a “ricordare alcune antiche forme di affermazione dottrinale e sagge disposizioni di disciplina ecclesiastica” che hanno dato i loro frutti nella storia della Chiesa.
Fu allora che il Sommo Pontefice annunciò l’apertura di un concilio ecumenico per la Chiesa universale e di un sinodo per la Diocesi di Roma Ha posto particolare enfasi sulla dimensione ecumenica, che deriva da un crescente bisogno di unità tra le confessioni cristiane.
Un annuncio che avrebbe plasmato il futuro della Chiesa
Questi due eventi, ispirati dallo “Spirito del Signore”, dovrebbero anche portare a un “desiderato e tanto atteso aggiornamento del [1917] Codice di Diritto Canonico”. Nello stesso spirito, Giovanni XXIII annunciò persino la “prossima promulgazione” del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali. Questi due progetti non si sono concretificati fino a molto più tardi, anni dopo il Concilio Vaticano II (1962-1965): Infatti, non è stato fino al 1983 che ilIl Codice di Diritto Canonico è stato promulgato e nel 1990 è stato promulgato il Codice dei Canonici delle Chiese Orientali.
Infine, il Pontefice chiese ai cardinali il loro sostegno e la loro fiducia, esortandoli ad essere discreti. Ma un comunicato di 20 righe è stato finalmente pubblicato poche ore dopo dalla Santa Sede. Le informazioni sono state raccolte da tutti i giornali, anche se il significato del gesto non è sempre stato compreso dai giornalisti all’epoca.
“Giovanni XXIII non ha decisamente finito di stupirci”, ha commentato il gesuita Robert Rouquette nel numero di marzo 1959 della rivista Études, sottolineando l’ironia di coloro che stavano annunciando “un papa di transizione, in grado di dare alla Chiesa qualche anno di riposo”.
Dopo un lungo periodo di preparazione, il Concilio Vaticano II aprì due anni e mezzo dopo, l’11 ottobre 1962. (Aleteia).