“Come sapete bene per la vostra esperienza, il compito di giudicare spesso non è facile. Raggiungere la certezza morale sulla nullità, superando nel caso concreto la presunzione di validità, implica portare a termine un discernimento a cui tutto il processo, specialmente l’istruttoria, è ordinato.
Tale discernimento costituisce una grande responsabilità che la Chiesa vi affida, perché influisce fortemente sulla vita delle persone e delle famiglie. Bisogna affrontare questo compito con coraggio e lucidità ma, prima di tutto, è decisivo contare sulla luce e la forza dello Spirito Santo”. Lo ha detto Papa Francesco ricevendo stamane in udienza i Prelati Uditori del Tribunale della Rota Romana in occasione dell’Inaugurazione dell’Anno giudiziario.
Le parole di Papa Francesco
“Senza preghiera non si può fare il giudice”, ha avvertito. “Se qualcuno non prega, per favore, si dimetta è meglio così”. “Ricordiamoci sempre questo – ha insistito il Pontefice -: il discernimento si fa ‘in ginocchio’, e un giudice che non sa mettersi in ginocchio è meglio che si dimetta. Si fa in ginocchio, implorando il dono dello Spirito Santo: solo così si giunge a decisioni che vanno nella direzione del bene delle persone e dell’intera comunità ecclesiale”.
Secondo il Papa, “l’oggettività del discernimento giudiziale richiede poi di essere liberi da ogni pregiudizio, sia a favore sia contro la dichiarazione di nullità. Ciò implica di liberarsi sia del rigorismo di chi pretenderebbe una certezza assoluta sia da un atteggiamento ispirato alla falsa convinzione che la risposta migliore sia sempre la nullità”. Inoltre, “il discernimento del giudice richiede due grandi virtù: la prudenza e la giustizia, che devono essere informate dalla carità”.
Il Matrimonio indissolubile
Per il Pontefice, “il discernimento sulla validità del vincolo è un’operazione complessa, rispetto alla quale non dobbiamo dimenticare che l’interpretazione della legge ecclesiastica va fatta alla luce della verità sul matrimonio indissolubile, questa verità che la Chiesa custodisce come verità e diffonde nella sua predicazione e nella sua missione”.
E ha ribadito ancora: “la preghiera del giudice è essenziale al suo compito. Se un giudice non prega o non può pregare, meglio che vada a fare un altro mestiere”.
Infine, Francesco ha ricordato che “il discernimento sulla nullità viene sorretto e garantito dal suo essere sinodale. Quando il tribunale è collegiale, come avviene di regola, oppure quando c’è un unico giudice ma egli si consulta con chi di dovere, il discernimento si compie in un clima di dialogo o discussione, in cui sono fondamentali la franchezza e l’ascolto mutuo, per una ricerca comune della verità”.
“Tocca a voi, cari Prelati Uditori, una speciale responsabilità nel giudicare: perciò vi raccomando la docilità allo Spirito Santo, e la disponibilità ad essere in ogni circostanza operatori di giustizia”, ha concluso il Papa.”Per favore, non dimenticatevi di pregare per me, perché questo lavoro non è facile! Delle volte è divertente, ma non è facile!”. (Ansa).
Foto: Vatican Media