Il mondo della Chiesa si interroga sulle ultime notizie riguardanti le violenze contro le donne, a partire dal caso di Giulia Cecchettin. “Vediamo dalle tristissime cronache di questi giorni, dalle terribili notizie di violenza contro le donne, quanto sia urgente educare al rispetto e alla cura: formare uomini capaci di relazioni sane”, ha detto il Papa in una udienza ai giornalisti cattolici. A loro il Papa ha lasciato anche un messaggio, che vale per tutto il mondo della comunicazione, riguardo allo stile da usare quando si trattano fatti di cronaca così gravi: “Al di là delle notizie e degli scoop, ci sono sempre dei sentimenti, delle storie, delle persone in carne e ossa da rispettare come se fossero i propri parenti”. Giulia è della stessa terra, il Veneto, dalla quale arriva anche il Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, che già ieri si diceva “colpito” dalla vicenda e chiedeva un cambio di rotta per porre fine a queste violenze “una volta per sempre”.
Le parole della CEI
Sulla stessa linea d’onda è oggi il messaggio del segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi: “La violenza sulle donne necessita un impegno condiviso, affinché possa essere eliminata dalle radici”. “L’ultimo fatto che ha scosso l’opinione pubblica nazionale – sottolinea l’arcivescovo di Cagliari – porta i nomi di Giulia e di Filippo. Nomi comuni, che potrebbero appartenere a persone da noi conosciute o a nostri familiari, perché c’è un veleno di violenza che sta davvero corrompendo tanti nostri rapporti”. “Come Chiesa ci impegniamo anzitutto alla preghiera, perché Dio tocchi il cuore di tanti nostri giovani” ma “la Chiesa si impegna anche all’educazione all’amore e al rispetto della libertà dell’altro”. E “l’amore vero – sottolinea Baturi – è quello che non pretende, che non trattiene, che non possiede, ma che serve l’altro nella sua libertà”. Il 25 novembre, Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, è “una data simbolica” che “chiede con urgenza un posizionamento politico e socio-culturale netto”.Da Bolzano parla il vescovo Ivo Muser: “Dobbiamo dire un no deciso e compatto a tutte le forme di violenza contro le donne. Come società dobbiamo vergognarci del fatto che oggi ancora troppe persone volgono lo sguardo dall’altra parte e spesso addirittura banalizzano questa violenza”. La fondatrice di Nuovi Orizzonti, Chiara Amirante, parla di “emergenza epocale”: “In questi anni ho accolto le testimonianze di decine di migliaia di donne e più del 70 per cento hanno subito violenza o abusi”.