“L’inizio di un nuovo anno e’ affidato a Maria Santissima, che oggi celebriamo come Madre di Dio. In queste ore invochiamo la sua intercessione in particolare per il Papa emerito Benedetto XVI, che ieri mattina ha lasciato questo mondo”.
Grazie a Dio per il dono di Benedetto XVI
“Ci uniamo tutti insieme, con un cuore solo e un’anima sola, nel rendere grazie a Dio per il dono di questo fedele servitore del Vangelo e della Chiesa”. Cosi’ Papa Francesco all’Angelus in Piazza San Pietro, applaudito daifedeli. “Abbiamo visto recentemente sulla tv la sua immagine, tutta l’attivita’ e la vita di Benedetto”, ha detto ancora il Papa.
La maternità di Maria
“Il linguaggio proprio di Maria e’ quello della maternita’: prendersi cura con tenerezza del Bambino. Questa e’ la grandezza di Maria: mentre gli angeli fanno festa, i pastori accorrono e tutti lodano Dio a gran voce per l’evento che e’ accaduto, Maria non parla, non intrattiene gli ospiti spiegando cio’ che le e’ successo, non ruba la scena; al contrario, mette al centro il Bambino, prendendosi cura di Lui con amore”. Lo ha detto papa Francesco all’Angelus, nella solennita’ di Maria Santissima Madre di Dio.
La citazione di Alda Merini
“Una poetessa ha scritto che Maria ‘sapeva essere anche solennemente muta, (…) perche’ non voleva perdere di vista il suo Dio’ (A. Merini, Corpo d’amore. Un incontro con Gesu’, Milano 2001, 114)”, ha aggiunto. Secondo il Pontefice, “questo e’ il linguaggio tipico della maternita’: la tenerezza del prendersi cura. Infatti, dopo aver portato in grembo per nove mesi il dono di un misterioso prodigio, le mamme continuano a mettere al centro di tutte le attenzioni i loro bambini: li nutrono, li stringono tra le braccia, li depongono con dolcezza nella culla”. “Prendersi cura: questo e’ anche il linguaggio della Madre di Dio, un linguaggio di madre, prendersi cura”, ha concluso.
Abbandonare l’egoismo
“Fratelli e sorelle, come tutte le mamme, Maria porta nel suo grembo la vita e, cosi’, ci parla del nostro futuro. Ma allo stesso tempo ci ricorda che, se vogliamo davvero che il nuovo anno sia buono, se vogliamo ricostruire speranza, occorre abbandonare i linguaggi, i gesti e le scelte ispirati all’egoismo e imparare il linguaggio dell’amore, che e’ prendersi cura”. Lo ha detto papa Francesco all’Angelus. “Questo e’ l’impegno – ha aggiunto il Pontefice -: prenderci cura della nostra vita, del nostro tempo, della nostra anima; prenderci cura del creato e dell’ambiente in cui viviamo; e, ancor piu’, prenderci cura del nostro prossimo, di coloro che il Signore ci ha messo accanto, come pure dei fratelli e delle sorelle che sono nel bisogno e interpellano la nostra attenzione e la nostra compassione”.
Responsabilità davanti alla tragedia della guerra
“Celebrando oggi la Giornata Mondiale della Pace, riprendiamo consapevolezza della responsabilita’ che ci e’ affidata per costruire il futuro – ha detto papa Francesco all’Angelus -: davanti alle crisi personali e sociali che viviamo, davanti alla tragedia della guerra, ‘siamo chiamati a far fronte alle sfide del nostro mondo con responsabilita’ e compassione’ (Messaggio per la LVI Giornata Mondiale della Pace, 5)”. “E possiamo farlo se ci prendiamo cura gli uni degli altri e se, tutti insieme, ci prendiamo cura della nostra casa comune”, ha aggiunto il Pontefice.
I ringraziamenti a Mattarella e Meloni
“Viva gratitudine esprimo al presidente della Repubblica italiana, onorevole Sergio Mattarella, invocando prosperita’ per il popolo italiano. Anche gli stessi desideri per il presidente del governo”. ha detto Papa Francesco dopo l’Angelus.
La guerra semina morte e distruzione
In questo giorno, che San Paolo VI volle dedicare alla preghiera e alla riflessione per la pace nel mondo, sentiamo ancora più forte, intollerabile il contrasto della guerra, che in Ucraina e in altre regioni semina morte e distruzione. Tuttavia non perdiamo la speranza, perché abbiamo fede in Dio, che in Gesù Cristo ci ha aperto la via della pace. L’esperienza della pandemia ci insegna che nessuno può salvarsi da solo, ma che insieme possiamo percorrere sentieri di pace e di sviluppo. Nel mondo intero, in tutti i popoli sale il grido: no alla guerra! No al riarmo! Le risorse vadano allo sviluppo: salute, alimentazione, educazione, lavoro. Tra le innumerevoli iniziative promosse dalle comunità cristiane, ricordo la Marcia nazionale svoltasi ieri ad Altamura, dopo le quattro carovane che hanno portato solidarietà in Ucraina. Saluto e ringrazio i numerosi amici della Comunità di Sant’Egidio, venuti anche quest’anno a testimoniare il loro impegno per la “pace in tutte le terre”, qui e in molte città del mondo. Grazie, cari fratelli e sorelle di Sant’Egidio!