Il dialogo richiede ”rispetto reciproco ”. Lo ha sottolineato il Papa ricevendo in udienza i partecipanti al VI Colloquio tra il Dicastero per il Dialogo Interreligioso e il Royal Institute for Inter-Faith Studiessul tema ”Creative Commonalities between Christianity and Islam”. ”Ognuno di noi – ha detto Francesco- è come l’anello di una lunga catena: tante persone ci hanno preceduto sulla bella e impegnativa strada dell’incontro e dell’amicizia, altri ci seguiranno, come speriamo e preghiamo, a conferma di quel sentimento di fratellanza che è fondamento delle relazioni tra i popoli”.
Il ringraziamento al re di Giordania
Francesco ha espresso ”apprezzamento e gratitudine a ”Sua Maestà il Re Abdullah II di Giordania, per la sua attenzione alle comunità cristiane non solo del suo Paese, ma anche a quelle del Medio Oriente, in particolare in tempi segnati da conflitti e violenze. Sua Maestà non si stanca di ripetere che i cristiani di quelle terre benedette sono autoctoni, quindi vivono dove hanno vissuto i loro antenati da lunghi secoli”.
Puntare su ciò che unisce
Bergoglio ricorda che ”Il Regio Istituto per gli Studi Interreligiosi, sotto la guida illuminata del Principe El Hassan bin Talal, ha tra i suoi principali obiettivi la conservazione e la valorizzazione del patrimonio arabo cristiano. Al riguardo, non posso che manifestare ulteriore riconoscenza, perché ciò, oltre che andare a beneficio dei cittadini cristiani di ieri e di oggi, tutela e consolida tale patrimonio in tutto il Medio Oriente, così variegato e ricco in etnie, religioni, culture, lingue e tradizioni. Si tratta, in effetti, di conservare gelosamente ogni tassello di questo bel mosaico. Sarebbe inoltre auspicabile, ove possibile, una stretta collaborazione con istituti cristiani che hanno lo stesso nobile obiettivo. Il dialogo che praticate e promuovete, per essere fruttuoso, richiede uno stile di sincerità e rispetto reciproco, nella consapevolezza sia delle convergenze sia delle divergenze. È sulle prime che bisogna soprattutto puntare, ossia su ciò che ci unisce, a livello religioso-spirituale come a livello etico-morale. In questo senso, voi vi proponete di dare risalto a numerosi valori comuni, quali l’adorazione del Dio unico, la preghiera, il digiuno, il pellegrinaggio, la compassione, la condivisione, la cura per le persone svantaggiate e sofferenti: l’orfano, la vedova, l’ammalato, l’anziano, l’immigrato, il rifugiato”.
Il terremoto in Turchia e Siria
Il Papa ha invitato a non dimenticare le popolazioni colpite dal sisma: ”Ho incontrato l’Ambasciatore, mi ha ricordato quello che è il dramma della Turchia e del nord della Siria. Il nostro cuore è vicino anche a tanta gente che ha sofferto questo terremoto così brutto. Preghiamo per loro e facciamo il possibile per aiutarli. Ci sono musulmani, cristiani, fratelli e sorelle nostri”.