“La povertà è uno scandalo” e “quando il Signore tornerà ce ne chiederà conto”. Lo ha detto il Papa nell’omelia della messa nella Giornata dei poveri, invitando a pensare “alle tante povertà materiali, culturali e spirituali del nostro mondo, alle esistenze ferite che abitano le nostre città, ai poveri diventati invisibili, il cui grido di dolore viene soffocato dall’indifferenza generale di una società indaffarata e distratta. Pensiamo a quanti sono oppressi, affaticati, emarginati, alle vittime delle guerre e a coloro che lasciano la loro terra rischiando la vita; a coloro che sono senza pane, senza lavoro e senza speranza”.
Le parole del Papa
“Pensando a questa immensa moltitudine di poveri, il messaggio del Vangelo è chiaro: non sotterriamo i beni del Signore! Mettiamo in circolo la carità – ha proseguito il Papa nell’omelia della messa -, condividiamo il nostro pane, moltiplichiamo l’amore!”. “Gesù compirà alla fine dei tempi, quando tornerà nella gloria e ci vorrà incontrare di nuovo, per ‘fare il rendiconto’ della storia e introdurci nella gioia della vita eterna. E allora, dobbiamo chiederci: come ci troverà il Signore quando tornerà? Ci troverà con le mani aperte o con le mani chiuse per avere di più?”. Senza la carità, senza mettere a frutto i talenti, ovvero i doni del Signore è come se “i cristiani vivessero sotto terra. “Fratelli e sorelle – ha detto il Papa – quanto cristiani sotterrati, quanto cristiani che vivono la fede come se vivessero sotto terra”. Poi ha indicato che “le povertà non sono uno, due, tre, sono moltitudini” e che “la povertà è pudica, si nasconde, dobbiamo noi andarla a cercare con coraggio”. “Preghiamo perché ciascuno di noi, secondo il dono ricevuto e la missione che gli è stata affidata, si impegni a far fruttare la carità e ad essere vicino a qualche povero”, ha concluso il Papa.
L’Angelus
“Continuiamo a pregare per la martoriata Ucraina” e “per le popolazioni di Palestina e Israele. La pace è possibile, ci vuole buona volontà. La pace è possibile, non rassegniamoci alla guerra. E non dimentichiamo che la guerra sempre, sempre, sempre, è una sconfitta. Soltanto guadagnano i fabbricatori di armi”. Lo ha detto il Papa all’Angelus. “Continuiamo a pregare per la martoriata Ucraina” e “per le popolazioni di Palestina e Israele. La pace è possibile, ci vuole buona volontà. La pace è possibile, non rassegniamoci alla guerra. E non dimentichiamo che la guerra sempre, sempre, sempre, è una sconfitta. Soltanto guadagnano i fabbricatori di armi”. Lo ha detto il Papa all’Angelus. “Continuiamo a pregare per la martoriata Ucraina” e “per le popolazioni di Palestina e Israele. La pace è possibile, ci vuole buona volontà. La pace è possibile, non rassegniamoci alla guerra. E non dimentichiamo che la guerra sempre, sempre, sempre, è una sconfitta. Soltanto guadagnano i fabbricatori di armi”. Lo ha detto il Papa all’Angelus. Il Papa ha ricordato all’Angelus che ieri a Siviglia sono stati beatificati Manuel González-Serna Rodríguez e un gruppo di compagni, “uccisi nel 1936 nel clima di persecuzione religiosa nella guerra civile spagnola”. “Il loro esempio conforti i tanti cristiani che nel nostro tempo sono discriminati per la fede“, ha detto Papa Francesco. “Rinnovo la mia vicinanza alla cara popolazione del Myanmar che purtroppo continua a soffrire a causa di violenze e soprusi. Prego perché non si scoraggi e confidi sempre nell’aiuto del Signore”. “Ricordiamo tutte le vittime della strada, preghiamo per loro, per i familiari e impegniamoci a prevenire gli incidenti”. Lo ha detto il Papa all’Angelus.