”Per procedere nel cammino della vita è necessario spogliarsi del ‘di più’, perché vivere bene non vuol dire riempirsi di cose inutili, ma liberarsi del superfluo, per scavare in profondità dentro di sé, per cogliere ciò che è veramente importante davanti a Dio. Solo se, attraverso il silenzio e la preghiera, facciamo spazio a Gesù, che è la Parola del Padre, sapremo liberarci dall’inquinamento delle parole vane e delle chiacchiere”. Così Papa Francesco all’Angelus in piazza San Pietro. ”Un poeta del novecento, Clemente Rebora, a proposito della sua conversione scrisse un bel verso: ‘La Parola zittì chiacchiere mie!’. Il silenzio e la sobrietà – nelle parole, nell’uso delle cose, dei media e dei social – non sono solo ‘fioretti’ o virtù, ma elementi essenziali della vita cristiana – ha sottolineato il Pontefice.
La voce
”E veniamo alla seconda immagine, la voce. Essa è lo strumento con cui manifestiamo ciò che pensiamo e portiamo nel cuore. Capiamo allora che è molto collegata con il silenzio, perché esprime ciò che matura dentro, dall’ascolto di ciò che lo Spirito suggerisce. Se non si sa tacere, è difficile che si abbia qualcosa di buono da dire; mentre, più attento è il silenzio, più forte è la parola – ha detto il Papa Non a caso Giovanni Battista comincia la sua missione dopo aver vissuto ‘in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele’. La potenza profetica della sua voce è legata alla genuinità della sua esperienza e alla limpidezza del suo cuore. È un uomo di penitenza che invita alla penitenza, un testimone, le cui parole traboccano dall’animo. Per questo la sua voce non resta inascoltata, ma è capace di incidere sulle vite degli altri e fa tanto bene”. ”Così può essere anche per noi e per le nostre parole. Possiamo chiederci: che posto ha il silenzio nelle mie giornate? È un silenzio vuoto, magari opprimente, o uno spazio di ascolto, di preghiera, dove custodire il cuore? La mia vita è sobria o piena di cose superflue? Anche se vuol dire andare controcorrente, valorizziamo il silenzio, la sobrietà e l’ascolto – ha affermato PapaFrancesco – Maria, Vergine del silenzio, ci aiuti ad amare il deserto, per diventare voci credibili che annunciano il suo Figlio che viene”.
Dopo l’Angelus
Dopo la preghiera il Papa ha ricordato la Dichiarazione universale dei Diritti Umani, a volte si torna indietro e si dice vicino a chi lotta per difendere i diritti di chi non conta. “Settantacinque anni fa, il 10 dicembre del ’48, veniva firmata la Dichiarazione universale dei diritti umani”. Essa è “una via maestra sulla quale molti passi avanti sono stati fatti. Ma tanti ancora ne mancano e a volte purtroppo si torna indietro L’impegno per i diritti umani non è mai finito. A questo proposito – ha aggiunto il Papa – sono vicino a tutti coloro che, senza proclami, nella vita concreta di ogni giorno, lottano e parlano di persona per difendere i diritti di chi non conta”. Poi il pensiero alle rinnovate relazioni tra Azeri eArmeni. Chiede preghiera per la COP 28 e infine per le popolazioni che soffrono a causa della guerra. Certi conflitti hanno radici storiche profonde, ma si metta ogni impegno per rimuovere le cause di conflitti e si proteggano i civili e siano liberato gli ostaggi. Il pensiero va alla Ucraina alla Palestina e a Israele. Preghiera anche per le vittime dell’ incendio dell’ ospedale di Tivoli.