Ogni mercoledì, all’udienza generale del Papa, partecipa un gruppo di trans. Ad accompagnarle è suor Genevieve, la cappellana del circo di Roma che da alcuni anni si prende cura di loro. Lo ha raccontato lo stesso Papa nel colloquio con i Gesuiti in Portogallo pubblicato oggi da La Civiltà Cattolica e anticipato da Repubblica. “La prima volta che sono venute, piangevano. Io chiedevo loro il perché. Una di queste donne mi ha detto: ‘Non pensavo che il Papapotesse ricevermi!’. Poi, dopo la prima sorpresa, hanno preso l’abitudine di venire. Qualcuna mi scrive, e io le rispondo via mail. Tutti sono invitati! Mi sono reso conto che queste persone si sentono rifiutate, ed è davvero dura”, ha detto Papa Francesco.
Le parole del Papa
“È evidente che oggi il tema dell’omosessualità è molto forte – fa presente ancora il Papa – e la sensibilità a questo proposito cambia a seconda delle circostanze storiche. Quello che a me non piace affatto è che si guardi al cosiddetto ‘peccato della carne’ con la lente d’ingrandimento, così come si è fatto per tanto tempo a proposito del sesto comandamento. Se sfruttavi gli operai, se mentivi o imbrogliavi, non contava, e invece erano rilevanti i peccati sotto la cintola”. “Tutti, tutti, tutti, sono chiamati a vivere nella Chiesa: non dimenticatelo mai”.
L’incontro con i Gesuiti
Poi il Papa, sempre nell’incontro con i Gesuiti a Lisbona, ha parlato della Chiesa degli Stati Uniti, conservatrice e spesso contraria alla linea del Pontefice. “C’è un’attitudine reazionaria molto forte, organizzata. A queste persone voglio ricordare che l’indietrismo è inutile, e bisogna capire che c’è una giusta evoluzione nella comprensione delle questioni di fede e di morale. Oggi è peccato detenere bombe atomiche; la pena di morte è peccato, e prima non era così; quanto alla schiavitù, alcuni Pontefici prima di me l’hanno tollerata, ma le cose oggi sono diverse. Quei gruppi americani – ha sottolineato Papa Francesco – così chiusi, si stanno isolando da soli. E anziché vivere della vera dottrina che sempre si sviluppa e dà frutto, vivono di ideologie”. Infine il Papa guarda con speranza al Sinodo e ai giovani: “Qui l’acqua è stata smossa per bene – ha detto riferendosi alla Gmg di Lisbona -, e lo Spirito Santo ne approfitta per toccare i cuori. Ognuno di questi ragazzi ne esce diverso, questa ‘diversità’ deve mantenersi. E ora tocca a voi: accompagnateli affinché si mantenga e cresca. È il momento di gettare le reti, nel senso evangelico della parola”, conclude nella conversazione pubblicata da padre Antonio Spadaro.
Rapporti più stretti tra greco-cattolici ucraini e Cei
Arrivano nuove norme per l’Esarcato per i fedeli ucraini cattolici di rito bizantino in Italia. Più stretti i rapporti con la Cei e con le rispettive diocesi italiane: è quanto stabilisce un Rescritto del Dicastero per le Chiese orientali, approvato da Papa Francesco. Si stabilisce che “l’Esarcato è una porzione del Popolo di Dio formato dai fedeli ascritti alla Chiesasui iuris greco-cattolica ucraina, con domicilio o quasi domicilio in Italia e retta dall’Esarca a nome del Romano Pontefice”. Inoltre “l’Esarca è membro di diritto della Conferenza Episcopale Italiana e, conseguentemente, è vincolato alle norme che ne regolano il funzionamento, nonché ne segue le Direttive”. Si stabiliscono poi norme che rafforzano il coordinamento tra l’Esarcato e i vescovi delle diocesi anche per l’erezione di parrocchie e i rapporti tra i chierici greco-cattolici e i sacerdoti cattolici che operano in uno stesso territorio. “In questo spirito favoriranno iniziative e attività pastorali e caritative congiunte”, si legge nel Rescritto. Infine “l’Esarca, con la licenza del Dicastero per le Chiese Orientali, può erigere nuovi Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica”.