“Ho voglia di andarci”. Così il Papa, parlando a braccio, ha manifestato il suo desiderio di andare a Nicea, in Turchia, nel 2025, in occasione del 1700/o anniversario del primo Concilio ecumenico. “Auspico che la memoria di questo importantissimo evento possa far crescere in tutti i credenti in Cristo Signore la volontà di testimoniare insieme la fede e l’anelito a una maggiore comunione”, ha detto Francesco ricevendo in udienza una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. “In particolare, mi rallegro che il Patriarcato Ecumenico e il Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani abbiano cominciato a riflettere su come commemorare insieme questo anniversario”. “E io ho la voglia di andarci”, ha aggiunto a braccio: “E ringrazio Sua Santità Bartolomeo per avermi invitato a celebrarlo nei pressi del luogo dove il Concilio si riunì. È un viaggio che desidero fare di cuore”. “Il Signore ci conceda di camminare sulla strada che Egli ci indica, che è sempre la via dell’amore, della riconciliazione, della misericordia”, l’invito finale.
Pregare perché la guerra finisca
“La storia attuale ci mostra in modo tragico la necessità e l’urgenza di pregare insieme per la pace, perché questa guerra finisca, i capi delle nazioni e le parti in conflitto possano ritrovare la via della concordia e tutti si riconoscano fratelli”, ha detto il Papai. “Naturalmente, questa invocazione di pace si estende a tutti i conflitti in corso, in particolare alla guerra che si combatte nella martoriata Ucraina”, ha proseguito Francesco ricordando l’incontro per la pace di dieci anni fa nei Giardini vaticani, con il presidente dello Stato d’Israele e il presidente dello Stato di Palestina, alla presenza anche del patriarca Bartolomeo. “Il dialogo tra le nostre Chiese non comporta alcun rischio per l’integrità della fede, anzi, è un’esigenza che scaturisce dalla fedeltà al Signore e ci conduce a tutta la verità, attraverso uno scambio di doni, sotto la guida dello Spirito Santo”, ha ribadito il Papa, incoraggiando il lavoro della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, “che ha intrapreso lo studio di delicate questioni storiche e teologiche”. E ha quindi auspicato che “i pastori e i teologi coinvolti in tale percorso vadano oltre le dispute puramente accademiche e si dispongano in docile ascolto di ciò che lo Spirito Santo dice alla vita della Chiesa, come pure che quanto è già stato oggetto di studio e di accordo trovi piena recezione nelle nostre comunità e luoghi di formazione”. “Sempre ci sarà la resistenza a questo, dappertutto, ma dobbiamo andare avanti con coraggio”, ha aggiunto il Pontefice ‘a braccio’.
l’udienza con i partecipanti al XIX Capitolo generale della Società del Verbo Divino (Verbiti)
“Dio perdona sempre, e noi dobbiamo perdonare sempre: mai negare un’assoluzione!”. È il monito ‘a braccio’ del Papa, durante l’udienza ai partecipanti al XIX Capitolo generale della Società del Verbo Divino (Verbiti) sul tema “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini” (Mt 5,16). “Sperimentare l’Amore trinitario e alimentare la fiamma dello Spirito è il valore centrale per crescere come discepoli e religiosi missionari.”, ha detto Francesco: “È questa fiamma che quotidianamente ci rinnova, purificandoci e trasformandoci, mentre siamo in cammino con i nostri peccati e in mezzo alle seduzioni del mondo, ma coraggiosi e fiduciosi nella misericordia di Dio”. Di qui l’invito ad essere “missionari creativi”, partendo dalla consapevolezza che “è lo Spirito il protagonista, e la nostra arte è quella di lavorare con tutte le forze, spendendo tutti i nostri talenti, nella certezza che è sempre lui che opera, è lui che crea e il nostro agire è docilità, è strumento, è canale, riflesso, trasparenza”. “Voi operate in 79 Paesi: siete lì per annunciare il Vangelo e rendere presente nel mondo il Regno di Dio”, l’omaggio del Papa: “Questo – lo sapete bene – si fa nella condivisione della gioia più che con l’imposizione di obblighi. Le attività missionarie creative nascono dall’amore per la Parola di Dio; la creatività nasce dalla contemplazione e dal discernimento. E anche se è buona l’azione creativa personale, quella comunitaria è migliore per l’unità e la forza della Chiesa”. “La pace è il grido della gente: ascoltiamo questo grido e diventiamo costruttori di pace!”, ha continuato Papa Francesco. “Il mondo è ferito da conflitti, guerre, distruzione dell’ambiente, violenze contro la vita e la dignità umana, ideologie fondamentaliste e altre piaghe, tante”, l’analisi di Francesco: “Portiamo a tutti la pace di Cristo, specialmente ai poveri, ai migranti – soffrono tanto – alle donne discriminate, ai bambini, agli esclusi. Dio ha ascoltato il grido del popolo schiavo: non chiudiamo le orecchie al grido degli schiavi di oggi, e siamo creativi nel costruire la pace”.
foto: Vatican Media