“A distanza di un anno, la pena per la perdita precoce di David Sassoli non si è certo attenuata, specialmente nei suoi cari, negli amici e in quelli che gli hanno voluto bene, in quanti lo hanno conosciuto e hanno avuto il privilegio di lavorare fianco a fianco con lui nelle istituzioni europee. A tutti, celebrarne l’anniversario consente uno sguardo sulla sua figura destinata – ora lo vediamo più chiaramente – a lasciare un’impressione profonda e una traccia duratura nelle persone e nelle istituzioni nelle quali ha operato con spirito di servizio”.
Le parole di mons. Crociata
Mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina e primo vicepresidente Comece, avrebbe dovuto presiedere la messa celebrata questa sera nella chiesa del Sablon, a Bruxelles, nell’anniversario della morte di Sassoli scomparso l’11 gennaio dello scorso anno. Una indisposizione ha bloccato Crociata in Italia e la sua omelia è stata letta da don Claudio Visconti, concelebrante, responsabile della comunità cattolica italiana a Bruxelles. “C’è un tratto che merita di essere messo in risalto, tra quelli che altri potrebbero richiamare; un tratto che lasciava il segno negli incontri personali e nell’immagine complessiva della sua presenza. Egli trasmetteva, infatti, un senso di fervore in ciò che faceva – ha scritto Crociata nell’omelia – e in ciò che diceva, come se qualcosa bruciasse dentro di lui, una fiamma che ardeva di passione e di interesse per ciò di cui si occupava e di cui parlava, qualunque fosse l’occasione in cui ciò si manifestava”. Secondo il vescovo “l’impegno politico è di natura sua caratterizzato da un esercizio costante della razionalità critica e del calcolo; Sassoli mostrava con tutta evidenza una sintesi mirabile tra questa capacità e le motivazioni, vorrei dire ideali e morali, secondo cui lo esercitava. In questo colgo un tratto caratterizzante la personalità di David Sassoli”.
L’ardore che ha animato Sassoli
“Due cose desidero sottolineare di quanto rimane della testimonianza viva di David Sassoli, la cui presenza si prolunga in qualche modo tra noi, come questa celebrazione plasticamente attesta”, ha proseguito mons. Mariano Crociata nell’omelia preparata per la messa celebrata ieri sera a Bruxelles nell’anniversario della morte del presidente del Parlamento europeo. “La prima dice che il fattore decisivo di ogni costruzione sociale e di ogni istituzione rimane la persona e la sua qualità umana, culturale, morale, spirituale. Sono imprescindibili le competenze e le strutture organizzative, ma senza persone di qualità risulta difficile valorizzarle e vederle funzionare”. “La seconda cosa che va sottolineata riguarda proprio l’ardore che ha animato la sua persona e il suo servizio. Questo purtroppo sembra un tempo segnato da aridità, da freddezza, talora anche da indifferenza, da passioni tristi direbbe qualcuno; e certo non mancano ragioni se le cose stanno andando per tale verso. Nondimeno dobbiamo avvertire il bisogno di un sussulto di vita e di coraggio, di voglia e di slancio. Io credo che ciò che animava David Sassoli era una visione e una speranza conseguente, grazie alla quale quella visione veniva alimentata, animata, cercata dentro e attraverso ogni passo, ogni gesto, ogni parola, proteso come egli era a creare sempre unità e a stabilire un approccio improntato all’apertura”.
La sua figura ci accompagnerà
“Senza quell’entusiasmo e quella convinzione, che scaturiscono dalla fiducia – e quindi anche dal desiderio e dalla volontà – di vedere fiorire un nuovo futuro europeo nell’unione dei popoli e delle nazioni, come faremo ad attraversare questo tempo inquieto e minaccioso? Dobbiamo aiutarci a guardare, oltre gli ostacoli e le previsioni immediate, a un disegno di Unione più forte e solidale, per i suoi popoli e per quegli altri che attendono da essa un riferimento e un sostegno. La figura di David Sassoli potrà accompagnare come poche altre il nostro cammino su questa via di futuro”.