Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra”.
Il commento al Vangelo
Chi trova cosa? Questo Vangelo mi ha provocato da sempre. Credo si debba evitare la semplificazione del pensare che Dio sia il tesoro da cercare. Quindi trovarlo è un caso? C’è una prima sollecitazione. Si trova un tesoro o un campo? “Un uomo trova un tesoro… e compra il campo”. Strano. E se il tesoro fosse non uno scrigno ma il campo da coltivare? Non è un colpo di fortuna ma un investimento immobiliare. Comporta un esporsi per mettersi in gioco. Chiede fatica, premura, pazienza, costanza. Ci può essere però secondo me un altro punto di vista. Chi è davvero il protagonista di questa caccia al tesoro? Sono io che trovo Dio? E se fosse il contrario? E se il tesoro fossi io? E se il campo fosse la mia normalità? E se fosse Dio colui che cerca me? Spesso mi diverto a citare nelle mie riflessioni autori e testi da variegati ambiti. Oggi invece vivo di rendita: mi auto-cito. Queste domande le ho poste sul retro della copertina del mio ultimo libro, “Elogio della normalità. Riscoprire il divino nella vita di tutti i giorni”,pubblicato da Mondadori nello scorso mese di aprile. Un abbecedario con 21 caratteristiche della normalità (A come… B come… ) abbinate a personaggi del Vangelo apparentemente nascosti o secondari, in realtà determinanti, e tutto sfocia proprio nella pagina del Vangelo di oggi. Proprio dall’ultimo capitolo prendo la riflessione di oggi.
Se fossi io il suo tesoro?
E se fossi io quello cercato e trovato da Dio? E se fossi io considerato da Dio il suo tesoro, tanto da vendere tutto, fino a rimetterci la vita di suo figlio? Io come vedo la mia normalità? Sono il cercatore di qualcosa o il cercato da qualcuno? Sono il dubbioso di Dio o il tesoro di Dio? Cambia tutto. Se sono io a cercare, non so cosa trovo e resto illuso o deluso. Ma se sono io il tesoro trovato, allora si ribalta la realtà. Dio cerca me più di quanto io cerco lui, Dio investe su di me più di quanto io dia fiducia a lui. Scoprire questo valore consegna una responsabilità forte. Spesso si dice che non siamo in un’epoca di cambiamento, ma in un cambiamento di epoca. Tutti vogliono cambiamenti, però nessuno vuol cambiare. Molti parlano di ideali, di sostenibilità, di etica. Va di moda. Si rischia – dicono gli americani – la regola del N.I.M.B.Y. Not In My Back Yard, non nel mio giardino. Dalla società, dalla politica, dalla chiesa, dalla scuola, dal lavoro, dagli altri si pretende ciò che poi nel privatonon si è minimamente disposti a mettere in gioco. Gesù ce lo ripete oggi: se non rischi, metti tutto a rischio! Questo è il grande investimento immobiliare: il tesoro è il campo della tua quotidianità, anche se arida. Sei tu che devi fare i conti con la preziosità della normalità. Sei tu che devi contare su una speranza che non delude. Sei tu che devi mettere in conto la fatica. Sei tu che devi essere orgoglioso perché Dio conta su di te. Sei tu che devi scegliere ciò che conta. Sei tu che devi scoprirti come tesoro di Dio. Perché tu conti. Quindi, conta. Fino a quanto? Conta fino a credici!