“Voglio chiedere scusa perché con questo forte raffreddore è difficile per me parlare. Per questo ho chiesto a un mio fratello di leggere la catechesi. La leggerà meglio di me”. Lo ha detto il Papa aprendo l’udienza generale e cedendo la lettura del testo preparato ad un suo collaboratore.
Pensiamo ai Paesi che soffrono la guerra: la martoriata Ucraina, Israele, Sudan, tanti Paesi che stanno soffrendo lì. Ricordiamo gli sfollati della Palestina e preghiamo per loro”. Lo ha detto il Papa, pronunciando personalmente questo appello, alla fine dell’udienza generale.
Nella catechesi che il Papa ha affidatato un collaboratore, don Pierluigi Giroli è stato ripreso il nuovo ciclo che si svolgerà lungo l’intero Anno Giubilare, ”Gesù Cristo nostra speranza”. La meditazione ha riguardato il tema ‘E beata colei che ha creduto’. ed e’ stato evidenziato che Maria ”non sceglie di proteggersi dal mondo, non teme i pericoli e i giudizi altrui, ma va incontro agli altri. Quando ci si sente amati, si sperimenta una forza che mette in circolo l’amore; come dice l’apostolo Paolo, ‘l’amore del Cristo ci possiede’, ci spinge, ci muove”.
“Il mio pensiero va infine ai giovani, agli ammalati, agli anziani e agli sposi novelli. Come esorta l’apostolo Paolo, vi incoraggio ad essere lieti nella speranza, forti nelle tribolazioni, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli”, conclude il Pontefice.
“Vi incoraggio a pregare per i sacerdoti e i consacrati che svolgono il loro ministero nei Paesi poveri e in guerra, specialmente in Ucraina, in Medio Oriente e nella Repubblica Democratica del Congo. Per molti questa presenza è la prova che Dio si ricorda di loro”, questo invece il saluto e il pensiero del Papa ai polacchi.
Foto: Vatican Media