Dialogo, incontro, cammino: sono le tre parole che Papa Francesco sottolinea nella catechesi all’udienza generale di questo mercoledì a tre giorni dal suo rientro dal viaggio apostolico in Bahrein e dedicata proprio a ripercorrere quanto vissuto in quell’occasione. Ma c’è un imprevisto: due bambini arrivano fin dal Papa e non si fanno problemi a fermarsi per un po’ con lui. Francesco coglie la circostanza per parlare su come stabilire il rapporto con Dio.
Le parole del Papa
Prima di parlare quello che ho preparato, vorrei attirare l’attenzione su questi due bambini, ragazzi che sono venuti qui. Loro non hanno chiesto permesso, loro non hanno detto: “Ah, ho paura”: sono venuti direttamente. Così noi dobbiamo essere con Dio: direttamente. Ci hanno dato esempio di come dobbiamo comportarci con Dio, con il Signore: andare avanti! Lui ci aspetta sempre. Mi ha fatto bene vedere la fiducia di questi due bambini: è stato un esempio per tutti noi. Così dobbiamo avvicinarci sempre al Signore: con libertà.
I conflitti non si risolvono con le armi
“Quanto bisogno abbiamo di incontrarci! Penso alla folle guerra, folle, di cui e’ vittima la martoriata Ucraina, e a tanti altri conflitti, che non si risolveranno mai attraverso l’infantile logica delle armi, ma solo con la forza mite del dialogo”. Cosi’ il Papa nell’udienza generale, in cui ha ripercorso il suo viaggio in Bahrein. “Ma a parte l’Ucraina, che e’ martoriata – ha continuato -, pensiamo agli altri conflitti: alla Siria, piu’ di dieci anni di guerra, pensiamo ai bambini dello Yemen, pensiamo al Myanmar. Cosa fanno le guerre? Distruggono l’umanita’, distruggono tutto”
Il dialogo fa scoprire le ricchezze dell’altro
Tornando al Bahrein, “viene spontaneo chiedersi: perché il Papa ha voluto visitare questo piccolo Paese a grandissima maggioranza islamica?”, afferma Francesco, spiegando che occasione del viaggio è stata la partecipazione ad un Forum sul dialogo tra Oriente e Occidente. “Dialogo – dice – che serve a scoprire la ricchezza di chi appartiene ad altre genti, ad altre tradizioni, ad altri credo”. Ed è “l’ossigeno della pace”. Cita il Concilio Vaticano II che, riguardo alla pace, nella Gaudium et spes afferma che essa “esige che [gli uomini] dilatino la loro mente e il loro cuore al di là dei confini della propria nazione, deponendo ogni egoismo nazionale ed ogni ambizione di supremazia su altre nazioni, e nutrendo invece un profondo rispetto verso tutta l’umanità”. E prosegue.
Le parole di Francesco
In Bahrein ho avvertito questa esigenza e ho auspicato che, in tutto il mondo, i responsabili religiosi e civili sappiano guardare al di fuori dei propri confini, delle proprie comunità, per prendersi cura dell’insieme. Solo così si possono affrontare certi temi universali, per esempio la dimenticanza di Dio, la tragedia della fame, la custodia del creato, la pace. Insieme si pensa a questo. In questo senso il Forum di dialogo, dal titolo “Est e Ovest per la coesistenza umana”, ha esortato a scegliere la via dell’incontro e a rifiutare quella dello scontro.
Fonte: Vatican news – ANSA