Il 20 maggio del 1983 il mondo vedeva per la prima volta il virus dell’Hiv. Ricercatori dell’Istituto Pasteur di Parigi, tra cui i futuri premi Nobel Françoise Barré-Sinoussi e Luc Montagnier, descrivevano sulle pagine di Science “un retrovirus appartenente alla famiglia dei virus della leucemia umana a cellule T” che era “stato isolato in un paziente caucasico con segni e sintomi che spesso precedono la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids)”.
Quaranta milioni di morti
Da allora sono trascorsi 40 anni. Secondo l’Oms, in questo periodo 84,2 milioni sono stati infettati dal virus Hiv e circa 40,1 milioni sono morte. Nonostante questi numeri, la lotta all’Hiv ha fatto passi da gigante. Oggi le persone con Hiv, se trattate precocemente con i farmaci antiretrovirali, hanno un’aspettativa di vita comparabile a chi non ha contratto il virus. Inoltre, l’alta efficacia delle terapie sta giocando un ruolo importante nel ridurre la trasmissione dell’infezione: le persone in trattamento che hanno livelli di virus così bassi da non essere rilevati nel sangue non trasmettono ad altri il virus.
La prevenzione
Si sono inoltre rese disponibili strategie di prevenzione farmacologica. È la cosiddetta la profilassi pre-esposizione (Prep) che consiste nell’assunzione della terapia antiretrovirale da parte delle persone negative ma ad altro rischio. Questo approccio riduce drasticamente il rischio di essere infettati e dallo scorso 21 aprile in Italia è stata inserita in fascia A dal Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia Italiana del Farmaco; è quindi rimborsata dal servizio sanitario nazionale. Si è rivelata, invece, irta di ostacoli la strada verso verso un vaccino. Negli ultimi anni, numerosi prodotti sperimentali hanno suscitato forti speranze nelle fasi precoci della ricerca. Lo scorso dicembre, per esempio, uno studio di fare I pubblicato sulla rivista Science ha mostrato come un nuovo vaccino sperimentale sia in grado di stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti contro il virus nel 97% dei pazienti che lo hanno ricevuto. Nessun vaccino sperimentale, però, fino a oggi è riuscito a confermare la sua efficacia in studi più ampi:
a gennaio una delle più promettenti sperimentazioni in corso è stata interrotta a causa della scarsa efficacia del prodotto. Gli occhi sono ora puntati sui vaccini a mRNA: diverse sperimentazioni sono già in corso e i primi risultati potrebbero essere disponibili già nei prossimi mesi. (ANSA).